What A Wonderful World

A volte la realtà riesce a mettere in scena paradossi più estremi di quelli che saremmo disposti a concedere alla finzione e probabilmente a nessuno sarebbe venuto in mente di utilizzare “What A Wonderful World” come sfondo musicale per la rappresentazione di un litigio; eppure il caso volle che i presenti in un non precisato giorno del 1968 presso gli studi della “Impulse!”, assistessero alla bagarre tra l’autore, produttore e direttore dell’etichetta, Bob Thiele e il presidente della ABC Records, Larry Newton e che l’oggetto della controversia fosse proprio la canzone che Louis Armstrong stava incidendo in quel momento: “What A Wonderful World”.

Nelle intenzioni di Larry Newton, Armstrong avrebbe dovuto continuare sulla strada già percorsa qualche anno prima con “Hello Dolly” e riteneva che una ballata fosse quanto di più distante dalle aspettative degli ammiratori del trombettista.
Lo scontro fu talmente infuocato che Bob Thiele determinato a far concludere le registrazioni e pubblicarne il risultato, chiuse fuori dagli studi il Presidente Newton, incrinando definitivamente un rapporto che da qualche tempo si era fatto sempre più teso, e che lo portò poco dopo a lasciare la “Impulse!” che aveva amministrato per quasi dieci anni.

In ogni caso Thiele convinto della qualità del brano scritto insieme a George David Weiss, basato sulla delicatezza di una melodia al tempo stesso orecchiabile ma sufficientemente malinconica da colpire nel segno e soprattutto su un testo che nella semplicità dei suoi versi, trasmetteva quelle “buone vibrazioni” che caratterizzavano la seconda metà degli anni sessanta, concesse a Louis Armstrong di pubblicare il suo maggior successo , nonché quello che lo consegnò definitivamente alla storia della musica popolare, portandolo fuori dall’ambito strettamente jazz, prendendosi inoltre una cospicua rivincita sul poco lungimirante Larry Newton.

Come già accennato, è probabile che in un’epoca come quella della seconda metà degli anni sessanta, sicuramente pervasa da grandi ideali positivi, ma anche di tensioni sociali e politiche della stessa intensità, il testo pur nella sua sconcertante semplicità abbia contribuito molto ad accrescere la popolarità del brano, rivelandosi una sorta di inno alla vita e alla speranza che pochi altri brani riuscirono a rappresentare con la stessa efficacia e che forse andò anche ben oltre le intenzioni degli stessi autori.
Comprensibilmente una canzone come questa, capace di far vibrare le corde dell’emozione è stata un potente richiamo per il cinema, ma è molto significativo il fatto che il suo utilizzo sia quasi sempre servito ad accompagnare scene angoscianti o comunque pervase di un forte senso di negatività, accentuando proprio quell’aspetto paradossale che la realtà aveva anticipato. In pellicole come “L’Esercito delle dodici scimmie” o “Bowling A Columbine” o ancora di più “Good Morning Vietnam” lo scopo è quello di rendere ancora più tragiche situazioni già estremamente drammatiche, facendo leva sulla contraddizione tra le immagini sullo schermo e la musica e le parole che gli fanno da sfondo.

Inoltre come tutti i brani che sono entrati nelle case di molti attraverso gli apparecchi radiofonici, anche “What A Wonderful World” ha avuto l’onore di essere interpretata dai musicisti delle estrazioni più diverse e se le molte esecuzioni di cantanti jazz come Cheryl Porter, ma anche di glorie del rock come Rod Stewart, per non parlare della versione del crooner degli anni duemila Michael Bublè hanno spesso preferito accentuare l’aspetto più smielato del brano senza distaccarsi troppo dalla traccia di partenza, sono stati invece altrettanti i gruppi o i solisti che ne hanno dato una versione più personale.
Nelle mani dei Murder By Death, indie band americana, l’arrangiamento è ridotto all’essenziale e spogliato di qualsiasi tentazione “zuccherosa”, per lasciare spazio soltanto alla voce e agli accordi appena accennati alla chitarra e ai delicati interventi del violoncello e del corno in un’atmosfera che ricorda molto le “American Recordings” di Johnny Cash.
Anche i Flaming Lips, bizzarro ensamble americano, ne realizzarono una loro interpretazione psichedelica che per quanto apparentemente irrispettosa e stonata risulta estremamente personale.
I norvegesi T.N.T. , gruppo metal norvegese, accentuarono la grandeur melodica del brano richiamando fortemente lo stile dei Queen.
Ma forse la cover più famosa e probabilmente più riuscita, rimane quella di Joey Ramone e tenuto conto del difficile momento che il cantante stava attraversando dovuto alla malattia che se lo sarebbe portato via poco dopo, la sua versione rende ancora più forte e toccante il messaggio di speranza nel futuro scolpito per sempre dalle penne di Bob Thiele e George David Weiss.

Come al solito ci vediamo sul forum per fare due chiacchiere

Fonti iconografiche:

  1. http://all-free-download.com/free-photos/jazz_musician_trumpet_215150.html
  2. http://www.carmanmoore.com/sites/default/files/image_gallery/CM-and-LOUIS-ARMSTRONG.jpg
  3. http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/6/63/Louis_Armstrong_What_a_Wonderful_World.jpg
  4. http://www.bubblews.com/assets/images/news/1209739809_1383867969.jpg
Moreno Viola Written by: