Plick the Pick: plettri 2.0 made in Italy

Quando si parla di plettri, io perdo la testa. Sono innamorato di quel piccolo oggetto così snobbato, ma così importante, invece ! Il plettro può modificare il tuo modo di suonare sia a livello di impostazione, sia di dinamica, sia di suono vero e proprio. L’attacco della nota e perfino l’equalizzazione, sono plasmabili grazie alla giusta scelta del plettro.

A titolo di curiosità, ti lascio il link ad un altro articolo che tratta proprio questo tema: Scolpiamo il suono grazie al plettro

Ma oggi, parliamo di un plettro in particolare, o meglio, di tanti modelli di plettro Plick the Pick, accomunati da un’idea (tutta italiana, per altro) : dargli una forma ergonomica, adatta agli stili chitarristici del nuovo millennio.

Ho personalmente ordinato un paio di tipi : Legend e Alvin Home.

Siccome il produttore, gentilmente ti regala 1 plettro a scelta ogni 4, ho scelto di ricevere e poter così provare anche 1 Fire e 1 Signature GR. Non so perché, ma all’ordine ne è stato aggiunto un quinto tipo, immagino per errore, che non so cosa sia, ma credo sia un Fire semplicemente di un altro colore. Quindi abbiamo in totale 4 (o forse 5) tipi diversi.

Diamo un’occhiata allora, a questa forma così curiosa e innovativa e valutiamo alcuni modelli, gli usi e le possibilità.

L’idea: la rotazione angolare del profilo

La cosa che tutti hanno in comune è la “torsione” del corpo del plettro, come il video sopra mostra molto bene.

plick the pick profilo

Questa torsione è stata pensata per tutti quei chitarristi che amano inclinare il plettro per velocizzare la pennata. È una cosa spesso utilizzata, specie laddove serve precisione e velocità (Rock, Hard Rock, Heavy Metal e affini). Per tutti loro quindi, questa particolare conformazione può essere una vera benedizione. Per me, invece, che suono sostanzialmente con il plettro piatto e parallelo alle corde (magari non completamente, ma quasi), è davvero scomodo e “impacciante”.

L’impugnatura

L’impugnatura, almeno nelle tipologie di plettro da me provate, è risultata essere di 2 tipi. Nel Fire, ad esempio, è decisamente più accentuata rispetto altri modelli e questo può essere sia un vantaggio che uno svantaggio, in base ai gusti personali.

In entrambi i casi, la particolare impugnatura sembra fatta (e a occhio mi pare proprio perfetta) per poter girare il plettro non avendo un “sotto o un sopra”, ma non so perché, la mia mano continua a decidere autonomamente quale delle due posizioni sia meglio da usare, come se l’altra fosse completamente sbagliata. Una cosa che davvero non mi spiego. 

Un paio di cose che questa impugnatura sembra proibire, sono :

  1. il tenere il plettro con 3 dita. A mio avviso, l’impugnatura è stata pensata ergonomicamente solo per pollice e indice.
  2. il poter decidere il livello di profondità a cui impugnare il plettro. La posizione è obbligata e il plettro manterrà per forza tutta la sua lunghezza.

Infine, la zona di presa risulta molto liscia, per cui, pur essendo ergonomici, in mano mia sembrano un po’ sfuggire. Questo è una cosa che capita con molti plettri e che in genere io risolvo praticando dei forellini con un trapano oppure “raschiando” la zona con dei tagli fatti con un cutter ad incrocio un po’ random, fino a che la zona non risulta ruvida.

I materiali, le dimensioni e gli spessori

I plettri sono di differenti materiali in base al modello: celluloide, delrin, nylon, policarbonato, ecc…. Quelli che ho potuto provare io sono: policarbonato (Legend e Alvin), celluloide (Fire), ABS (signature GR).

In ordine di dimensioni dal più piccolo al più grande, tra quelli provati da me: Legend, GR, Home e Fire a pari merito.

Gli spessori variano anch’essi, ma solo in punta e di poco. L’impugnatura rimane sempre uguale e devo dire, un po’ sottile, per i miei gusti personali.

Naturalmente, a materiale diverso e spessore diverso corrispondono suoni ed attacco della nota diversi, per cui tocca un po’ provare quale sia quello giusto per voi, in base ai vostri gusti.

Il mio personalissimo test

Per quanto riguarda la comodità, personalmente, il mio preferito è risultato essere il Legend, a motivo della dimensione ridotta. Infatti, sui normali plettri piani, la dimensione si nota meno perché li si può tenere più o meno in profondità tra le dita, gestendo la lunghezza della punta. In questi plettri invece, non è possibile perché la curvatura dell’impugnatura ti obbliga alla lunghezza massima e nei plettri più grandi (che sono comunque di dimensione media, tipo Fender) si è obbligati ad avere l’intera lunghezza esposta sulle corde, cosa che non faccio mai.

Per quanto invece riguarda le sonorità, il mio preferito è risultato il GR, che è il più “felpato”.

Conclusioni: PER ME l’esperienza purtroppo non è positiva, nel senso che non sono adatti al mio playing. La punta sempre molto sottile, la torsione che risulta scomoda a chi suona “piatto” e i suoni prodotti non sono di mio gradimento.

A mio avviso però, per i velocisti e per chi usa molta distorsione (e penso all’hard rock ma soprattutto al metal ed affini) questi plettri possono essere una vera manna perché conducono l’inclinazione del polso ed offrono una chiarezza e una intelligibilità ottime in un suono che altrimenti, potrebbe risultare ingolfato.

Passiamo ai saluti e nel caso vi vada di fare due chiacchiere, vi segnalo il forum.

Fonti iconografiche dal sito ufficiale: Plick the Pick

Vu-meter Written by:

Amministratore del portale e del forum di Jamble, ha lavorato professionalmente in ambito musicale e multimediale. Insegnante di chitarra e armonia con lezioni private e/o via zoom, google meet, skype, ecc...